L’esercizio fisico basato sull’antica arte cinese si è dimostrato efficace nel ridurre il rischio di fratture ossee nelle donne in post-menopausa
Uno studio in team da parte dei ricercatori americani della Harvard Medical School - Brigham and Women’s Hospital, e del Beth Israel Deaconess Medical Center, ha messo in evidenza come il praticare esercizi del Tai Chi possa ridurre il rischio di fratture ossee nelle donne in post-menopausa, migliorando di fatto l’equilibrio e intervenendo sul rischio di derivato dalla perdita di densità ossea.Il dottor Peter M Wayne e colleghi hanno coinvolto in questo studio randomizzato pragmatico 86 donne osteopeniche – ossia interessate da una riduzione della massa ossea – di età compresa tra i 45 e i 70 anni. L’intento era quello di valutare gli effetti del Tai Chi nel migliorare i parametri di predizione di caduta dovuti all’equilibrio e contemporaneamente ridurre la perdita di densità ossea. I risultati sono poi stati pubblicarti suBMC Complementary and Alternative Medicine.
Le partecipanti sono state suddivise a caso in due gruppi. Le appartenenti al primo gruppo sono stati avviate a un corso di formazione di Tai Chi della durata di nove mesi, mentre hanno continuato a ricevere le cure tradizionali. Le appartenenti al secondo gruppo, hanno ricevuto soltanto le cure tradizionali.
I principali risultati ricercati erano i cambiamenti avvenuti, tra il punto basale (iniziale) e i nove mesi, nella densità minerale ossea (BMD) del femore prossimale e della colonna lombare (dual-energy X-ray absorptiometry) e marcatori sierici di riassorbimento osseo e formazione; i risultati secondari includevano la qualità della vita. Infine si sono valutati i parametri relativi all’equilibrio o la mancanza di esso, in base alle misurazioni cliniche rilevate tramite l’oscillazione in fase di riposo.
Le analisi comparative tra le partecipanti appartenenti al gruppo Tai Chi, rispetto al gruppo di controllo hanno mostrato alcune differenze.
In particolare si sono notate variazioni nella densità minerale ossea (BMD), modifiche nei marcatori sierici di formazione ossea e anche nella qualità della vita in generale. Altri cambiamenti positivi si sono evidenziati nell’equilibrio. Tuttavia, misure cliniche relative all’equilibrio e funzione hanno dimostrato tendenze non statisticamente significative a favore del Tai Chi, scrivono i ricercatori.
A conclusione dello studio, i ricercatori commentano che il Tai chi, quale formazione offerta attraverso realtà basate su programmi esistenti nella comunità è un intervento sicuro, fattibile, e promettente per ridurre i rischi di fratture multiple.
«I nostri risultati mostrano il valore di una più definitiva, a lungo termine, ricerca sul Tai Chi per le donne osteopeniche, adeguatamente alimentate per rilevare gli effetti clinicamente rilevanti del Tai Chi nell’attenuazione della perdita di densità minerale ossea e la riduzione del rischio di caduta».
Il Tai Chi si è dunque mostrato utile nel ridurre il rischio di cadute e fratture nelle donne oggetto dello studio, anche se non statisticamente rilevante perché si trattava di un piccolo studio. Ecco perché i ricercatori auspicano che si possa condurre uno studio più grande e approfondito per poter confermare i buoni risultati ottenuti.
Tratto da www3.lastampa.it
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