venerdì 18 maggio 2012

PARKINSON: COSI' IL TAIJI PUO' AIUTARE

Migliora l’equilibrio, la postura e le capacità di movimento. Che il Taiji (o Tai Chi) fosse utile al benessere fisico era evidente. Ma adesso una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine dimostra che l’antica arte marziale cinese è utilissima per chi soffre del morbo di Parkinson. I pazienti, spiegano gli autori, guidati dal ricercatore Fuzhong Li, hanno problemi di equilibrio, difficoltà motorie e posturali, e la pratica costante di alcuni semplici movimenti del tai-chi può aiutarli.

I ricercatori hanno diviso i pazienti in due gruppi. Ogni gruppo doveva, per 60 minuti due volte alla settimana, dedicarsi ad un diverso tipo di esercizio fisico: il Tai Chi oppure esercizi di resistenza muscolare e stretching. I risultati migliori (maggiore controllo del movimento, meno incidenza di cadute, più flessibilità articolare) è stato raggiunto proprio dal gruppo dei praticanti di Tai Chi . Gruppo che ha mantenuto i buoni risultati anche a tre mesi di distanza dalla fine della sperimentazione.

”È bene chiarire che non stiamo andando a sbarazzarci dei sintomi perché il Tai Chi non è una droga né una cura. Ma può aiutare” ha spiegato Fuzhong Li “ad alleviare le difficoltà, a rallentare la progressione della malattia e a diminuire l’incidenza delle cadute negli anziani”.

Interessante, per chi voglia approfondire le relazioni benefiche tra tai-chi e Parkinson, il blog di Danny Loney. Danny è un insegnante di tai-chi al quale 11 anni fa è stato diagnosticato il morbo di Parkinson. Convinto che il Tai Chi lo avrebbe aiutato a combattere la rigidità dei movimenti causata dalla malattia, Danny ha deciso di dedicarsi all’insegnamento dei Tai Chi ai malati, in collaborazione con la Israel Parkinson’s Association.

Articolo tratto da panorama.it

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